Critic@mente – Due storie sporche

Parliamo oggi di uno dei miei autori preferiti, uno sul quale sicuramente tornerò a più riprese: Alan Bennett.

È da poco uscito Due storie sporche (Adelphi), un’opera che sembra ricondurci, se non altro per il tipo di approccio sarcastico, ai tempi di lavori quali l’insuperabile Nudi e crudi, in cui la satira del genio britannico, come una sorta di lente di ingrandimento o di specchio ustore, pone in risalto e in scacco vizi, abitudini, preconcetti, piccole manie… nella quali spesso riscontriamo anche le nostre…

A prima vista può sembrare un passo indietro rispetto agli ultimi lavori, in particolare all’introspettivo e a tratti malinconico Una vita come le altre, in cui la vena autobiografica aveva ammantato di un nuovo fascino la penna di Bennett, ma anche in quest’ultimo lavoro, si coglie che quella fiamma non si è spenta del tutto, anzi forse tende a cercare nuovi modi per affrancarsi.

Questa volta a farla da padrone è il sesso, elemento mai del tutto assente in Bennett, che ora però diviene trainante, che viene posto sotto la lente di ingrandimento dell’autore, per smascherarne anche in questo caso vizi e taboo, repressioni e desideri… insomma la nota “formula” Bennett di derisione ed autoderisione dell’ipocrisia.

Particolarmente interessante l’accostamento delle due storie, che sebbene ruotino attorno ad uno stesso tema, presentano approcci diametralmente opposti, quasi speculari, sia come tecnica narrativa, contrapponendo il singolo punto di vista (della prima storia) alla continua riscrittura della realtà a seconda del personaggio (della seconda), sia come protagonisti una donna ed un uomo, sia come presenza/assenza del sesso… insomma sembra quasi di vedere la “classica” doppia faccia della stessa medaglia.

Due storie sporche