Critic@mente – letteratura ipertestuale

Ecco un altro argomento sul quale tornerò a più riprese e che mi affascina non poco…

Letteratura ipertestuale, net litterature, hypertext literature, già il fatto che non ci sia ancora un “nome” preciso la dice lunga sullo stato di evoluzione di questi prodotti artistici; certo è che l’idea di produrre un’opera d’arte letteraria (e non solo) pensata e sviluppata unicamente per il Web, sfruttandone quindi le potenzialità è un’operazione che può risultare estremamente interessante.

Un primo esempio, seppur datato, è My Body di Shelly Jackson (tanto per capirci ha potuto studiare con Landow, uno dei massimi esponenti in merito alla teoria dell’ipertesto): un’opera pensata per la rete, un continuo riscrivere e reinterpretare in un’ottica ipertestuale, in cui lo stesso plot può assumere significati differenti e significanti eterogenei; in cui le singole parti non è detto che conducano ad un unico Uno…

È il lettore a “creare” il plot, o meglio il suo plot, dato che lo stesso può variare a seconda delle scelte compiute.

Peccato, ma come dicevo si tratta di un’opera ormai “vecchia” (siamo in rete quel che sto scrivendo è quasiinvecchiato!!!), manchi l’aspetto multi/iper-mediale, ma di questo parleremo più avanti.

Di sicuro affascinante l’idea che le singole parti del proprio corpo scrivano la propria autobiografia… senza però giungere a tracciarne una univoca, ma risultando in una serie di interpretazioni soggettive.

My body - Shelly Jackson